La storiografia tradizionale della Massoneria si confronta con un’importante difficoltà: la scarsità di fonti documentali ufficiali, che sono generalmente rappresentate da testi scritti o iconografici. La storia dell’Ordine Massonico, infatti, si è sviluppata in gran parte tramite la trasmissione orale, che, purtroppo, ha lasciato molte lacune documentarie. Questo aspetto è ancora più evidente se si considera che la sapienza iniziatica della Massoneria, proprio per la sua natura misteriosa e riservata, ha sempre cercato di differenziarsi dal sapere profano ufficiale. Ciò che era più significativo, basilare e depositario della verità veniva spesso nascosto, cancellato o negato, al fine di preservare l’integrità del sapere esoterico.
Di fronte alla mancanza di documenti ufficiali, i ricercatori devono integrare tradizione e congettura con i pochi elementi documentati che sono sopravvissuti, come le registrazioni di logge e le testimonianze di iniziati ritrovate in diari privati. Così, nonostante le difficoltà nella ricostruzione storica, possiamo ancora attingere dalle antiche Costituzioni della Massoneria e dal corpus leggendario che esse racchiudono, per recuperare lo spirito esoterico che costituisce la sua autentica essenza.
La storia dell’Ordine Massonico può essere generalmente suddivisa in tre fasi principali:
- Dall’antichità al 1390: periodo che culmina con la scrittura del Poema Regius, considerato il primo documento massonico.
- La fase Operativa (1390-1717): in questo periodo, le logge erano principalmente composte da artigiani che praticavano l’arte della costruzione.
- La fase Speculativa (dal 1717 a oggi): con la fondazione della Gran Loggia di Londra, la Massoneria si evolve in una realtà speculativa, abbracciando principi filosofici, etici e iniziatici.
La storia della Massoneria non si limita solo alla sua evoluzione globale, ma si intreccia anche con eventi significativi a livello nazionale. In Italia, l’Ordine ha conosciuto momenti di grande rilevanza storica e culturale, e la nascita della Gran Loggia d’Italia degli ALAM nel 1910 rappresenta una tappa fondamentale nella storia massonica del nostro Paese.
La Gran Loggia d’Italia nacque dal distacco del Supremo Consiglio di Rito Scozzese dal Grande Oriente d’Italia nel 1908. Questo atto di scissione, avvenuto sotto la guida di Saverio Fera, nasceva dalla volontà di preservare alcuni principi fondamentali della cultura iniziatica della Libera Muratoria, tra cui la libertà di ricerca personale e religiosa, distintivi di una Massoneria libera da influenze politiche e dogmatiche.
In questa pagina, esploreremo non solo le radici profonde della Massoneria, ma anche il suo sviluppo in Italia e la fondazione della Gran Loggia d’Italia, una realtà che ha continuato a evolversi nel corso del XX e XXI secolo, mantenendo saldi i suoi principi di libertà, autonomia e ricerca iniziatica.
Per facilitare la navigazione attraverso le diverse tappe e aspetti della storia della Massoneria, abbiamo predisposto un indice interattivo. Questo ti permetterà di esplorare in modo diretto e chiaro le varie sezioni, dalle origini della Massoneria moderna alla sua evoluzione in Italia, dalla fondazione della Gran Loggia d’Italia alla sua affermazione fino ai giorni nostri. Cliccando sui titoli, potrai approfondire ciascun argomento in modo mirato.
Indice di Navigazione
- La nascita della Massoneria Moderna
- La Massoneria Operativa
- La Massoneria Speculativa
- Nascita della Massoneria Moderna
- La prima Gran Loggia
- La Gran Loggia d’Inghilterra
- Massoneria in Francia
- I primordi in Italia
- Epoca Risorgimentale
- Regno d’Italia
- La nascita della Gran Loggia d’Italia
- La Gran Loggia d’Italia dal Fascismo ad Oggi
- L’Era Ghinazzi e il Consolidamento della Gran Loggia d’Italia
- Oggi: Una Realtà Solida e Riconosciuta
La nascita della Massoneria Moderna
“L’uomo è sempre stato un costruttore, e in nessun luogo ha svelato se stesso in modo più significativo che nelle sue costruzioni […]. Quando ci troviamo dinanzi ad esse – si tratti di una capanna di fango, della casa di un abitante delle scogliere, di una Piramide, del Partenone o del Pantheon – ci sembra di leggere nella sua anima. Il costruttore può essere scomparso, forse in epoche lontane, ma ha lasciato qualcosa di sé: le sue speranze, le sue paure, le sue idee, i suoi sogni […]. Le sue costruzioni hanno sempre un riferimento al sacro. Rivelano un vivido senso dell’invisibile. L’uomo ha sempre cercato di costruire verso il cielo, incarnando il suo sogno nella pietra.”
(J. Fort Newton)
In ogni epoca, l’arte muratoria ha sempre avuto un forte legame con il sacro, come attestato da antiche tradizioni culturali e spirituali. Le origini della Massoneria moderna risalgono alle pratiche e ai valori della Massoneria operativa, le cui radici affondano nella notte dei tempi. La Massoneria speculativa odierna si sviluppa da questo lungo cammino, che ha lasciato tracce visibili nelle strutture e nei monumenti costruiti dai mastri muratori di epoche lontane.
Immaginiamo un legame ideale tra questi antichi artisti e le grandi strutture megalitiche, come Stonehenge, o, ancor prima, la Piramide di Cheope in Egitto, che simboleggiavano il legame tra l’uomo e il divino. Da queste tradizioni provengono anche i racconti leggendari, come quello dell’artefice del Tempio di Salomone, Hiram, la cui figura ha un’importanza simbolica fondamentale nella tradizione massonica.
La ritualità massonica, infatti, ha radici in tradizioni bibliche ed egizie. Ma se vogliamo uscire dal mito e entrare con maggiore certezza nella storia, dobbiamo fare riferimento alle Corporazioni muratorie dell’antica Roma, i Collegia fabrorum. Questi gruppi, sorti in epoca regia, erano noti per la capacità di conciliare interessi diversi, tramite assemblee e cerimonie festive e religiose che permettevano di superare i conflitti tra le fazioni della società romana.
I Collegia fabrorum ebbero una fortuna alterna, ma sono significativi per il carattere di sacralità che attribuivano alla muratoria, come testimoniano i mosaici pompeiani che rappresentano un rito di morte e rinascita. Questi riti simboleggiavano la metafora del passaggio dall’operatività alla speculazione etico-filosofica, già presente nell’epoca pre-cristiana.
La tradizione muratoria non scomparve con la caduta dell’Impero Romano. Anzi, riemerse più forte che mai durante il Medioevo, quando i liberi muratori iniziarono a costruire le grandi cattedrali gotiche. Questa ripresa fu supportata da una bolla papale che garantiva loro il privilegio di potersi spostare liberamente in tutto il continente, in un’epoca di servitù e vassallaggio.
Le gilde di maestri muratori si strutturavano in tre gradi:
- Apprendisti, che imparavano osservando e preparando i materiali;
- Compagni d’arte, che operavano concretamente nell’edificazione delle opere;
- Maestri, che progettavano e sovrintendevano i lavori.
Queste gilde sono responsabili della costruzione delle straordinarie cattedrali romaniche e gotiche che sorsero nel corso di almeno tre secoli in tutta l’Europa cristiana. A loro si ricollega anche la nascita delle abbazie cistercensi, grazie al contributo di figure come Bernardo di Chiaravalle, che contribuì alla creazione dell’Ordine dei Templari, a cui la Massoneria deve molte delle sue tradizioni spirituali e simboliche.
La Massoneria Operativa

Nel periodo compreso tra il 5° e l’11° secolo, i documenti scritti sulla Massoneria operativa sono estremamente rari, inclusi quelli relativi alle confraternite di mestiere. Tuttavia, queste confraternite furono di straordinaria importanza nella vita, nella storia e nell’arte dell’Europa medievale. Tra le comunità che sorsero in Nord Europa, in particolare quelle legate alle culture celtiche, si annoverano i Culdei, un gruppo di monaci-muratori. Alcuni storici della Massoneria, come C. Jacques, fanno derivare elementi tradizionali della Massoneria da queste comunità, tra cui l’uso del grembiule di pelle o del maglietto.
Un altro contributo fondamentale alla diffusione della Libera Muratoria viene dagli Ordini cavallereschi e monastici che, nel corso della loro storia, intrapresero grandi opere, come la costruzione di chiese, monasteri e castelli. In particolare, la comunità benedettina, che concilia lavoro e preghiera, costruì edifici sacri accanto ai refettori e ai laboratori. Anche nell’Impero d’Oriente, a Bisanzio, le confraternite muratorie svilupparono ricche tradizioni iconografiche.
Le confraternite muratorie non erano semplici corporazioni di mestiere. Esse, infatti, trasmettevano insegnamenti etici e spirituali agli iniziati. L’impulso all’edificazione delle cattedrali nel Medioevo è fondamentale per comprendere l’importanza delle confraternite muratorie, che, in un tempo privo di scuole e stati strutturati, esercitavano un’influenza culturale straordinaria. La comunità itinerante di liberi muratori, che si spostava da un cantiere all’altro, era libera da tributi e aperta a diverse genti ed esperienze.
In questo contesto, i Maestri Muratori divennero depositari di segreti edificatori, come le proporzioni geometriche per gli equilibri statici e le orientazioni astronomiche delle opere. Questa conoscenza esoterica e pratica veniva trasmessa di maestro in maestro, creando una cultura transnazionale e sincretica. I maestri muratori si spostavano liberamente per l’Europa, e i loro simboli – come il compasso, la squadra e la cazzuola – venivano ripresi nelle logge e nelle opere. Tracce di questa cultura si ritrovano nelle chiese romaniche delle Alpi, nei Pirenei e nelle cattedrali gotiche.
Nel 10° secolo, la costruzione di grandi cattedrali, come quella di Cluny, segna l’inizio di una nuova fase. Questi edifici non erano solo monumenti di fede, ma anche espressioni di conoscenze iniziatiche, spesso tradotte in pietra. Si dice che Edwin, figlio di Athelstan, re inglese, sia stato ammesso in una confraternita di muratori e abbia istituito una Gran Loggia a York, scegliendo come simboli la cazzuola, il compasso e la squadra, che sono ancora oggi riconosciuti come simboli fondamentali della Massoneria.
La Massoneria Speculativa
È attraverso la crescente diffusione dell’Accettazione che si opera la trasformazione della Massoneria Operativa in Massoneria Speculativa. Portatori di una cultura non pienamente legittimata dagli ambienti ufficiali, gli eredi della tradizione sapienziale rinascimentale si rifugiano nelle Logge muratorie e ne fanno progressivamente delle Accademie, in cui rivalutano ritualità iniziatiche e arcane proporzioni numeriche tramandate dai Maestri Costruttori, segreti alchemici ed eredità degli Ordini cavallereschi. Secondo la tradizione, i superstiti Templari avrebbero trovato rifugio in Scozia e sarebbero stati accolti nelle Crafts (artigiani).
Le lotte politiche e religiose sconvolgono tutta l’Europa nel 17° secolo, creando situazioni altamente conflittuali, in particolare in Inghilterra. In questo contesto di forte intolleranza, le Logge diventano luoghi dove si opera la conciliazione degli opposti e si predica la tolleranza politica e religiosa. Brillanti intellettuali, come Elias Ashmole, si sostituiscono progressivamente agli artigiani, che perdono il ruolo di un tempo. Ashmole, che documenta la sua iniziazione nel 1646, è un antiquario, astrologo, fisico e matematico.
Nel 1688, Giacomo II Stuart, in esilio in Francia, fonda una sua loggia. Christopher Wren, l’ultimo architetto inglese a ricoprire la carica di Gran Maestro della Massoneria, la lascia nel 1702, si dice a causa della sua segreta adesione a un cattolicesimo rosacrociano. Con il suo abbandono, si consuma la scissione definitiva tra le tendenze speculative e le pratiche operative, che rimangono tipiche del Compagnonaggio.
Nascita della Massoneria Moderna

Dalle antiche conoscenze, abbiamo sviluppato scienza, arte e tecnica
Se le radici della Massoneria “speculativa” possono farsi risalire all’innesto nelle corporazioni muratorie medievali di elementi ermetici e rosacruciani, la nascita della Massoneria “moderna” ha una data ben precisa: il 24 giugno 1717, con il costituirsi a Londra della prima Gran Loggia. In realtà, per comprendere come un episodio in fondo banale — il raggruppamento di quattro Logge che decidono di costituirsi in Gran Loggia — sia potuto assurgere a fatto di rilevanza universale, bisogna far riferimento a quel particolare momento storico e culturale che si stava maturando, soprattutto in Inghilterra, tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo.
È, infatti, questo felice innesto tra il filone corporativo-esoterico delle Logge massoniche e la cultura illuminista del tempo che, fungendo da catalizzatore, può spiegare il “miracolo” del successo e del diffondersi dell’Istituzione massonica. Il substrato fertile per lo sviluppo della Massoneria moderna fu, dunque, la cultura inglese del tempo che, traendo i suoi presupposti da filosofi come Locke o da scienziati come Newton, avrebbe rivoluzionato i dogmi metafisici della conoscenza tradizionale ed avrebbe imposto al mondo occidentale nuove concezioni nella vita politica, economica e sociale.
Il liberalismo politico ed il liberismo economico, scaturiti dalla seconda rivoluzione inglese (sono emblematici in proposito la Dichiarazione dei diritti, “Bill of Rights”, per quanto riguarda l’assetto politico, o l'”Atto di tolleranza” per quanto riguarda la libertà religiosa), avrebbero avviato il mondo occidentale verso quei modelli di vita, prettamente “massonici”, che sono tutt’oggi alla base della nostra civiltà. Basti pensare che proprio in quel periodo ed in quel clima culturale sono nati i concetti stessi di “progresso”, di cosmopolitismo, di economia (si pensi alla rivoluzione agricola con la chiusura degli open fields e la trasformazione della produzione da uso diretto a coltura intensiva destinata ai mercati).
È in questo identificarsi con l’Illuminismo che la Massoneria propugna i principi cardine della libertà e della tolleranza, sicché l’uomo, liberato dalla schiavitù politica, dal fanatismo e dai pregiudizi, grazie alla Ragione (“sapere aude! Abbi il coraggio di servirti del tuo proprio intelletto!” avrebbe proclamato Kant), sarebbe potuto pervenire alla costruzione di un mondo migliore. In conclusione, la valenza di quel 24 giugno 1717 è nei suoi presupposti e questi vanno ricercati nell’“Epistola de tolerantia” di Locke, nel tentativo di Robert Boyle di conciliazione tra scienza e fede sottraendo l’una al dogmatismo e l’altra al fanatismo, nelle concezioni religiose di John Toland, nel “Discorso sul libero pensiero” di Antony Collins, o negli scritti dello Shaftesbury, vale a dire nel clima culturale che si respirava in quegli anni in Inghilterra e che poi avrebbe trovato nell’“Encyclopédie” lo straordinario veicolo di diffusione in tutta Europa.
La prima Gran Loggia

A Londra viene fondata nella Birreria L’Oca e la Graticola la prima Gran Loggia
Per tornare ai “fatti storici”, cioè a quell’accadere di eventi che spesso sono soltanto la banale circostanza in cui prende corpo la storia del pensiero – non dimentichiamo che la Massoneria è una categoria dello spirito, non una categoria della storia – dobbiamo risalire al 1716 quando quattro Logge di Londra ebbero “l’idea” di fondare fra di loro un centro massonico con a capo un Gran Maestro. Le Logge prendevano nome dal locale dove avvenivano le loro riunioni, prevalentemente di carattere conviviale. Le quattro in questione erano denominate: la birreria “L’oca e la graticola“, la birreria “La corona“, la taverna “Il melo” (dove le Logge si riunirono nel 1716 per decidere di eleggere un G. Maestro) e la taverna “Il boccale e le uve” (quest’ultima costituita da persone di elevato ceto sociale e culturale, mentre le altre tre erano formate prevalentemente da semplici artigiani).
La riunione formale, che è passata alla storia come nascita della Prima Gran Loggia e quindi della Massoneria moderna, avvenne il 24 giugno (data simbolica della festività di San Giovanni Battista) del 1717 presso la birreria “L’oca e la graticola“: il gentiluomo Antony Sayer fu eletto Gran Maestro mentre un capitano ed un carpentiere Gran Sorveglianti. La giurisdizione della Gran Loggia era piuttosto limitata, intorno alle 3 miglia quadrate, cioè circa la metà dell’estensione a quel tempo della città di Londra. Il primo Gran Maestro eletto, Antony Sayer, non ebbe molto seguito, mentre molto più importanti furono i Gran Maestri che gli succedettero, George Payne e John Theophilus Desaguliers, quest’ultimo di origine francese, professore di filosofia ad Oxford e discepolo di Isacco Newton.
La Gran Loggia, dopo un primo periodo di stasi, si sviluppò rapidamente (nel 1725 si contavano 64 Logge) e la sua più importante realizzazione fu il Libro delle Costituzioni, “Constitution of the Freemasons“, pubblicato nel 1723, sembra di sua iniziativa, dal teologo James Anderson, che – contrariamente all’enorme importanza che avrebbe avuto la sua opera – in fondo non ebbe molta influenza nella vita della Gran Loggia. Forse fatto ancor più importante fu la pubblicazione nel 1730, ad opera del Prichard del “Masonry Dissected” sia per il suo contenuto relativo ai rituali ed alle cerimonie massoniche, sia soprattutto per aver più incisivamente associato alla Massoneria, oltre ai temi “mitici” della sua origine che troviamo nelle Costituzioni di Anderson, le idee e gli aspetti filosofico-culturali dell’Illuminismo.
La Gran Loggia d’Inghilterra
Contemporaneamente o quasi alla Gran Loggia di Londra nacquero altre Gran Logge, tra cui ben presto sorsero malumori e rivalità, e in conseguenza di ciò si formò, in opposizione alla Gran Loggia di Londra, la Gran Loggia detta degli “Antichi“, che si rifaceva al più ortodosso rispetto degli antichi principi massonici, ma che in realtà aveva alle spalle una diversa concezione filosofico–politica, traendo le sue origini dalle Logge Giacobite – cattoliche e seguaci degli Stuart, legate cioè alla cosiddetta tradizione massonica scozzese – mentre la Gran Loggia di Londra era di matrice protestante.
La rivalità fra le due Gran Logge fu aspra e lunga, finché nel 1813 in sostanza fu da tutti riconosciuta la validità dei rituali e dei metodi degli “Antichi“, e da questa riunificazione nacque la Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE), che si sviluppò enormemente, diffondendo la propria influenza in tutto il mondo occidentale.
Massoneria in Francia
In breve tempo, l’interesse delle élite anglofile fa sì che si creino logge anche in Francia. Già prima della metà del ‘700, la Massoneria francese elabora un proprio modello, che avrà grande diffusione nel mondo, introducendo per esempio l’uso delle spade e il proprio tappeto di loggia con i simboli della pietra grezza e levigata e i nodi d’unione, ma anche, nel rito d’iniziazione, il gabinetto di riflessione, i viaggi e le prove degli elementi.
Nel 1761, poi, un massone di La Rochelle, di nome Morin, riceve una patente per fondare logge in America e per propagare gli Alti Gradi: è il segno di una nuova realtà massonica, che porterà alla nascita del “Rito di Perfezione” e in seguito del “Rito Scozzese Antico ed Accettato”, di origine giacobita ma anche francese, destinato ad assumere tanto rilievo nella storia e nella prassi della Massoneria mondiale. A tanta importanza della Francia nella propagazione della Massoneria nel mondo non fa riscontro un’uguale uniformità di sviluppo all’interno.
Il Grande Oriente di Francia vede infatti la luce solo nel 1773, federando e armonizzando l’insieme delle strutture e degli usi in vigore. Nel 1789, il Grande Oriente di Francia conta ben 30.000 membri e circa mille logge, e sebbene oggi sia noto che alle origini della Rivoluzione francese non ci fu “un complotto massonico”, è altrettanto noto che numerosi massoni parteciparono a quegli avvenimenti e l’influenza delle idee dibattute nelle logge fu assai notevole su di essi.
Tale influenza non diminuì affatto durante il periodo napoleonico, ma anzi l’Armée divenne luogo di ampia diffusione massonica, ed anche per questo il “modello” francese si propagò in quegli anni in tutta Europa, contribuendo all’affermazione di quei principi e rituali che hanno poi fatto in gran parte la storia della massoneria europea. Con la Restaurazione, quindi, non meraviglia che la Massoneria francese vivesse momenti assai difficili, ma già con l’assunzione al trono di Luigi Filippo le cose cominciarono a migliorare, e dopo la rivoluzione del 1848 andarono ancor meglio.
Nemmeno Napoleone III, dopo la restaurazione dell’Impero, volle mettersi in urto col Grande Oriente, anche perché molti dei più competenti e fidati funzionari dello stato ne erano membri. Nel 1877, la sempre più radicata tendenza a costituirsi come massimo oppositore della Chiesa porta il Grande Oriente di Francia ad una svolta clamorosa: dal primo articolo delle sue Costituzioni viene eliminato il divieto di accettare un ateo nonché ogni riferimento al Grande Architetto dell’Universo. Con ciò, il Grande Oriente si pone in netta opposizione con la Gran Loggia d’Inghilterra, che lo dichiara “irregolare”, seguito in breve lasso di tempo dalle obbedienze di molti altri paesi. E questa peculiarità è rimasta fino ad oggi, ma non ha impedito alla Massoneria francese di continuare ad essere ben viva e rispettata sia in Francia che all’estero.
I primordi in Italia

Abbiamo coltivato la passione per l’arte, la musica e la versatilità
La prima notizia di un massone italiano, dopo la stesura delle Costituzioni di Anderson, si ha nel 1732, anno in cui, alla data del 4 agosto, il poligrafo Antonio Cocchi vergò nel suo diario di essere stato iniziato in Loggia, a Firenze. Da ciò possiamo dedurre che a quella data erano già attive delle logge in Toscana.
La diffusione dovette essere assai rapida anche altrove, se nel giro di pochi anni abbiamo notizia di logge a Napoli, Verona, Roma, Livorno, Pavia, Padova, Torino, Modena. La composizione sociale era per lo più di estrazione borghese o nobiliare, come in Inghilterra e in Francia: militari, magistrati, funzionari di corte, ecclesiastici vicini al giansenismo, liberi professionisti, commercianti, studiosi ed eruditi si riunivano nelle logge, attratti dall’ideologia liberale e dalle aspirazioni livellatrici e egalitarie delle logge inglesi, ma anche dal fascino della riscoperta di definizioni e ritualità di cui si era perso da secoli il ricordo.
Epoca risorgimentale
Non è ben chiaro se Napoleone fosse massone oppure no, ma è certo che mise le mani sulla Massoneria francese, consapevole di quanto fosse cosa migliore assecondarne le meritorie finalità che ritrovarsela magari ostile. Così in Italia, il viceré Eugenio Beauharnais fu nominato Gran Maestro del Grande Oriente, mentre a Napoli, Murat faceva altrettanto, legando la massoneria napoletana a quella francese in modo ancor più stretto.

Abbiamo creduto e voluto l’indipendenza nazionale
Ciò risultò ancor più evidente all’indomani del Congresso di Vienna, quando la Restaurazione e la Santa Alleanza misero sotto tutela tutta l’Europa. Nella Massoneria italiana la ricerca della Vera Luce e la cospirazione finirono per intrecciarsi indissolubilmente. Basti ricordare che furono massoni Federico Confalonieri, Silvio Pellico e Giuseppe Garibaldi, per non fare che pochi esemplari nomi – mentre non è accertato che lo fosse Giuseppe Mazzini.
Certamente, però, non va confuso il ruolo cospiratorio svolto da società segrete nate e sviluppatesi per queste specifiche finalità politiche, come la Carboneria, con il ruolo etico e spirituale della Massoneria. Ma d’altra parte non è possibile non tener conto del fatto che moltissimi dei principali esponenti del Risorgimento italiano furono, in effetti, affiliati alle logge. In altre parole, la massoneria italiana non è responsabile di un progetto cospiratorio avente come fine l’unità d’Italia, ma è certo che a fare l’Italia furono in gran parte dei massoni.
Regno d’Italia
La prima loggia creata nei territori di quello che di lì a due anni sarebbe diventato il Regno d’Italia fu la Rispettabile Loggia “Ausonia”, sorta a Torino il 8 ottobre 1859. Dei suoi sette fondatori, non pochi venivano dall’esperienza risorgimentale, e fra essi il promotore Livio Zambeccari.

Abbiamo voluto il progresso civile ed economico
Altre forze avevano dato un ben maggior contributo alla causa dell’indipendenza nazionale: anche Cavour era massone. Quando nel 1861 si tenne la prima assemblea costituente della Massoneria italiana, fu eletto Gran Maestro del Grande Oriente Costantino Nigra, ossia il più stretto collaboratore di Cavour. Il programma dell’“Ausonia” riproponeva come guida le Costituzioni di Anderson e l’adozione del rito francese, e tra i principi fondamentali la libertà, l’unità e la fraternità di tutte le nazioni, la tolleranza di tutte le religioni, l’eguaglianza assoluta dei culti e il progresso morale e materiale della patria e dell’umanità.
Nigra restò in carica per poco tempo, ma il taglio che seppe dare all’istituzione ha permesso allo storico Aldo Mola di affermare che la Massoneria si proponeva come “una corrente del Risorgimento”. Tale tesi non è da tutti condivisa, ma certo può esprimere sinteticamente un dato di fatto: per circa cinquant’anni nel parlamento del Regno d’Italia sia i principali esponenti della Destra che quelli della Sinistra furono massoni.
E’ facile immaginare che la Massoneria italiana ebbe un grande ruolo politico nel periodo che va dal 1861 alla fine del secolo. Ma non può nemmeno meravigliare che tanta commistione con questioni che poco avevano a che vedere con i principi di elevamento spirituale e morale propri della massoneria finisse per produrre contrasti. Nel 1908 infatti si consuma la scissione del Grande Oriente d’Italia. Alla sua base sta il rifiuto di molti deputati appartenenti alla massoneria di seguire le indicazioni del Grande Oriente durante le votazioni in aula di una legge sull’istruzione religiosa nella scuola pubblica, per cui il Luogotenente Sovrano Gran Commendatore del Rito, Saverio Fera, e moltissimi maestri venerabili rifiutarono di obbedire agli ordini del Gran Maestro e, in nome della libertà di coscienza, fondarono successivamente, nel 1910, una nuova Obbedienza.
Vide così la nascita la Gran Loggia d’Italia.
La Nascita della Gran Loggia d’Italia

Guidati da Saverio Fera abbiamo fondato una Istituzione libera ed adogmatica
La Gran Loggia d’Italia nacque nel 1910 da un nucleo del Supremo Consiglio di Rito Scozzese Antico ed Accettato che, il 24 giugno 1908, aveva lasciato il Grande Oriente d’Italia. Alla guida del gruppo si pose il Luogotenente Sovrano Gran Commendatore Saverio Fera, pastore protestante di origine calabra, residente e operante a Firenze. Fera mirava a salvaguardare alcuni dei principi fondamentali della cultura iniziatica della Libera Muratoria, tra cui il diritto alla libera ricerca personale e religiosa.
La scissione tra le due Obbedienze fu il risultato di un contrasto ormai insanabile tra le due anime della Massoneria italiana. Il Grande Oriente d’Italia, infatti, aveva assunto un’impronta fortemente politicizzata, imponendo ai suoi membri direttive di voto e stringendo alleanze elettorali con la parte cattolica. Un episodio simbolico fu la mozione Bissolati del 21 febbraio 1907, che mirava a sancire il carattere laico della scuola elementare, vietando l’insegnamento religioso. Il Gran Maestro Ettore Ferrari sostenne con forza questa posizione, arrivando a minacciare l’espulsione dalla Massoneria per quei Fratelli parlamentari che avessero votato contro la mozione.
Molti deputati massoni, tuttavia, votarono contro la mozione, ritenendo che essa ledesse la libertà di scelta tra laicità e confessioni religiose, oltre a limitare la loro autonomia personale. Questo episodio evidenziò le profonde divisioni esistenti all’interno della Massoneria italiana e accelerò la scissione definitiva. Il 21 febbraio 1910 nacque ufficialmente la Serenissima Gran Loggia d’Italia (S.G.L.D.I.), che fin dal 1912 fu riconosciuta dalla Conferenza Internazionale dei Supremi Consigli di Rito Scozzese come unica diretta discendente del Grande Oriente fondato nel 1805. In quel periodo, la Gran Loggia d’Italia contava già oltre cinquemila Fratelli e rappresentava un’istituzione libera e adogmatica.
Il 21 febbraio 1910, nacque ufficialmente la Serenissima Gran Loggia d’Italia (S.G.L.D.I.), che fin dal 1912 fu riconosciuta dalla Conferenza Internazionale dei Supremi Consigli di Rito Scozzese come unica diretta discendente del Grande Oriente d’Italia fondato nel 1805.
La Gran Loggia d’Italia dal Fascismo ad Oggi

Siamo stati perseguitati in epoca fascista per il divieto della libertà di associazione
Nel 1915, la Gran Loggia d’Italia contava già oltre cinquemila Fratelli e, come altre Obbedienze massoniche italiane, adottò un atteggiamento favorevole all’interventismo. Secondo lo storico Aldo Mola, mentre il governo si occupava della preparazione militare e diplomatica, la Massoneria italiana si fece carico di provvedere alla preparazione morale alla guerra. Tra i più ferventi sostenitori dell’ingresso dell’Italia nel conflitto vi furono Gabriele D’Annunzio e Cesare Battisti, entrambi massoni. Molti dei principali esponenti dello squadrismo fascista, che organizzarono la Marcia su Roma, erano anche massoni, tra cui Italo Balbo e Giuseppe Bottai.
Nonostante la presenza massonica tra i protagonisti del fascismo, Mussolini e il regime considerarono la Massoneria come un’organizzazione ostile e sovversiva. Nel 1925, con la Legge sulle Associazioni, il fascismo mise fuori legge entrambe le Obbedienze massoniche italiane, sciogliendole e reprimendo severamente qualsiasi attività massonica. La Gran Loggia d’Italia subì gravi difficoltà: i templi furono distrutti, le attività sospese e i suoi membri perseguitati. Tuttavia, la Massoneria italiana riuscì a sopravvivere alla repressione, grazie alla forza dei suoi principi e alla resilienza dei suoi membri.

In casa di Salvatore Farina viene ricostituita la Serenissima Gran Loggia d’Itlia
Con la Liberazione nel 1945, le logge massoniche poterono finalmente riaprire. Fu proprio grazie all’intervento degli alleati anglo-americani che le chiavi delle sedi massoniche vennero riconsegnate ai Fratelli italiani, permettendo la ricostruzione delle strutture organizzative della Massoneria.
Il 4 dicembre 1943, in pieno conflitto mondiale, un gruppo di Fratelli si riunì presso l’abitazione di Salvatore Farina, a Roma, per ricostituire il Supremo Consiglio. In quell’occasione, fu eletto Sovrano Gran Commendatore p.t. l’avvocato Carlo de Cantellis, che rimase in carica fino alla liberazione della capitale.
La ricostituzione della Serenissima Gran Loggia d’Italia rappresentò una delle tappe fondamentali della rinascita massonica post-bellica. Grazie all’intervento degli Alleati, le sedi massoniche vennero riaperte e i Fratelli italiani poterono finalmente riprendere le attività interrotte dalla dittatura fascista. Questo momento di grande speranza e ricostruzione vide la leadership di Carlo de Cantellis, che contribuì a riunificare l’ordine e a porre le basi per la futura ripresa. Dopo la liberazione di Roma, il 21 giugno 1944, de Cantellis rimise il mandato a Raul Palermi, affinché potesse riunire le forze disperse e ricostruire la struttura organizzativa della Gran Loggia d’Italia, ponendo le basi per la ripresa delle sue attività post-belliche. Questo il testo che de Cantellis scrisse al Palermi:
Con la liberazione odierna di Roma, tutte le cariche elette il 4/12/43 […] cessano dalle loro funzioni e quindi io, insieme agli altri ufficiali e dignitari, rimetto nelle tue mani il mandato, perché tu, quale Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro, possa riunire le sparse forze del Nostro Ordine
Negli anni successivi, la Gran Loggia d’Italia attraversò periodi di instabilità caratterizzati da continue scissioni e riunificazioni, con la leadership che cambiava frequentemente. Personaggi come Pietro Di Giunta, Giulio Cesare Terzani e Ernesto Villa si alternarono al vertice dell’Obbedienza. Tuttavia, un punto di svolta significativo avvenne il 24 giugno 1962, quando la Grande Assemblea Elettorale elesse Giovanni Ghinazzi come Gran Maestro, con soli due voti contrari.
L’Era Ghinazzi e il Consolidamento della Gran Loggia d’Italia
Nel periodo successivo al secondo dopoguerra, la Gran Loggia d’Italia attraversò anni caratterizzati da continui cambiamenti, scissioni e riunificazioni. Diversi Gran Maestri e Sovrani Gran Commendatori si succedettero rapidamente, tra cui Pietro Di Giunta, Giulio Cesare Terzani, Ernesto Villa, Domenico Fransoni, Ermando Gatto e Tito Ceccherini. Tuttavia, un punto di svolta significativo per la Massoneria italiana si verificò il 24 giugno 1962, quando la Grande Assemblea Elettorale elesse Giovanni Ghinazzi come Gran Maestro, con soli due voti contrari. La sua elezione segnò l’inizio di un periodo di stabilità e crescita per la Gran Loggia d’Italia.
Il Mandato di Giovanni Ghinazzi (1962-1986)
Ghinazzi guidò la Gran Loggia d’Italia per ben ventiquattro anni, durante i quali compì azioni decisive per il rafforzamento dell’Obbedienza. Sotto la sua guida, la Gran Loggia d’Italia fondò 237 Officine, regolarizzò 14 Logge e riattivò 20 Officine in difficoltà. Un altro dei suoi traguardi fu l’introduzione della denominazione ufficiale di Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Muratori (A.L.A.M.), il 22 giugno 1965, seguita dall’inaugurazione della sede centrale di Roma, situata presso Palazzo Vitelleschi, in Via San Nicola de’ Cesarini 3, Area Sacra di Torre Argentina. Ghinazzi rimase alla guida dell’Obbedienza fino alla sua morte, avvenuta il 14 novembre 1986.
L’innovazione e il cambiamento: l’ingresso delle donne
Una delle caratteristiche distintive della Gran Loggia d’Italia è la sua apertura all’iniziazione delle donne, un aspetto che la rende una delle poche comunioni massoniche in cui uomini e donne sono considerati pari, sia a livello iniziatico che amministrativo. Questo approccio inclusivo rompe con la tradizione massonica che, ispirandosi al modello inglese, non ammette le donne né nei riti iniziatici né in cariche di iniziazione.
L’ingresso delle donne ha rappresentato una trasformazione radicale per la Gran Loggia d’Italia, segnando una svolta nella Massoneria italiana. Questo passo non solo ha portato ad una maggiore inclusività, ma ha anche dato impulso a una nuova visione, in cui i principi di uguaglianza e parità di genere hanno trovato una concreta applicazione. Negli anni, la presenza femminile è aumentata significativamente, portando nuove idee e prospettive che hanno arricchito la cultura massonica.
Il processo di inclusione è stato sancito ufficialmente nel 1955, ma il primo passo significativo avvenne già nel 1921, quando Noemi Truci Ruspantini fu iniziata in una loggia fiorentina, un evento che rappresentò una svolta storica. La vera trasformazione si concretizzò nel 1949, quando Maya Mazzoni Buonanni fu iniziata a Milano, e il 1° gennaio 1955, altre due donne furono accolte a Roma e a Catania. Nel 1956, vennero fondate le prime due logge totalmente femminili, segnando un momento fondamentale per la Massoneria italiana.
Oggi, circa il 35% dei membri della Gran Loggia d’Italia sono donne, testimonianza di una massoneria che ha saputo evolversi, mantenendo fede ai valori di uguaglianza e progresso. Questo elemento distintivo ha arricchito la tradizione massonica italiana, dando vita a una realtà più inclusiva e aperta al cambiamento.
Il Periodo Successivo (1987-oggi)
Alla morte di Giovanni Ghinazzi, si succedettero diverse figure di rilevo. Dopo una breve reggenza di Mario Bogliolo, nel 1987 fu eletto Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro Renzo Canova, il cui mandato vide il completamento dell’acquisto definitivo della sede centrale a Roma e la fondazione della casa editrice EDIMAI e della rivista ufficiale “Officinae”, strumenti fondamentali per la diffusione della cultura massonica e per il consolidamento della Gran Loggia d’Italia.
Nel 1995, la Grande Assemblea Elettorale elesse Franco Franchi come Gran Maestro, confermandolo nel ruolo nel 1998. Durante il suo mandato, fu fondata l’Unione Massonica del Mediterraneo, un’organizzazione internazionale che promuoveva il dialogo e la cooperazione tra le Obbedienze massoniche. Nel 2001, la guida della Gran Loggia d’Italia passò a Luigi Danesin, che si distinse per il suo impegno nel restauro della sede centrale e nell’organizzazione delle celebrazioni per il bicentenario della fondazione del Supremo Consiglio d’Italia.
A lui succedette Antonio Binni, che lavorò per consolidare ulteriormente i rapporti internazionali e rafforzare il ruolo della Gran Loggia d’Italia nel contesto massonico globale, mantenendo una linea di continuità con i principi di autonomia e libertà iniziatica.
La guida di Luciano Romoli
Nel corso degli anni, la Massoneria italiana ha vissuto una forte spinta verso la riorganizzazione e il consolidamento. Un momento determinante per la Gran Loggia d’Italia è stato l’elezione di Luciano Romoli a Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro. Il 30 novembre 2019, il commercialista romano è stato scelto per guidare l’Obbedienza, ottenendo il 93% dei voti espressi dalla Grande Assemblea mista Rito/Ordine, un risultato che ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo di rinnovamento e stabilità nella Massoneria italiana.
La leadership di Luciano Romoli ha rappresentato un momento cruciale nella storia della Gran Loggia d’Italia, caratterizzandosi per l’impegno verso l’unione interna e il rafforzamento dell’obbedienza. Questo ha portato a una crescita significativa del numero di aderenti e a un’espansione a livello internazionale. La sua visione chiara ha consolidato la posizione della Gran Loggia d’Italia come una delle principali realtà massoniche nel panorama internazionale.
Romoli ha guidato l’Obbedienza con una visione improntata sulla solidità delle tradizioni massoniche, sull’unione e sulla crescita dei suoi membri. La sua leadership si è distinta per l’impegno verso una Massoneria riconosciuta e rispettata, mettendo anche un forte accento sulla cultura e sui valori che essa promuove nella società, con uno sguardo alle sfide contemporanee.
Nel novembre 2022, Romoli è stato confermato alla guida dell’Obbedienza per il quinquennio 2023-2027, con una larghissima maggioranza, testimonianza della fiducia riposta dai membri della Gran Loggia d’Italia nella sua capacità di continuare a guidare l’ordine verso un futuro solido e prospero. Questa rielegibilità ha consolidato ulteriormente il suo ruolo nella crescita e nel rafforzamento della Gran Loggia d’Italia come una delle principali istituzioni massoniche internazionali.
Oggi: Una Realtà Solida e Riconosciuta
Oggi, la Gran Loggia d’Italia è una realtà solida e strutturata, con una prestigiosa sede a Roma, presso Palazzo Vitelleschi, e numerose sedi periferiche e Logge distribuite in tutta Italia, oltre che a livello internazionale, con presenze in Beirut, Toronto, Londra e Bucarest. Dispone di 140 Templi su tutto il territorio nazionale e ha instaurato relazioni internazionali con numerose Obbedienze di tutto il mondo.
La Gran Loggia d’Italia è anche animatrice di importanti organismi internazionali, come il C.L.I.P.S.A.S. (Centre de Liaison et d’Information des Puissances Signataires de l’Appel de Strasbourg), che raccoglie oltre 60 Comunioni massoniche globali. Inoltre, la Comunione è proprietaria della casa editrice EDIMAI, che ha pubblicato numerose opere di autori massoni, e della rivista ufficiale “Officinae”, punto di riferimento culturale per la Massoneria.
Dalla sua fondazione nel 1910, la Gran Loggia d’Italia ha attraversato momenti di scissioni, persecuzioni e rinascite, ma ha sempre mantenuto i principi di libertà, autonomia e ricerca iniziatica, consolidando il suo ruolo nella Massoneria italiana e internazionale.

Alcuni massoni famosi
La Massoneria ha annoverato tra i suoi membri numerose personalità che hanno lasciato un segno indelebile nella storia. Dall’arte alla politica, dalla scienza alla letteratura, molti uomini e donne di spicco hanno aderito ai principi massonici di libertà, uguaglianza e fratellanza. Di seguito, una panoramica sui massoni più celebri.
Arte e spettacolo
Andrea Appiani (1754-1817) – Pittore neoclassico italiano, artista ufficiale di Napoleone Bonaparte.
Jacques-Louis David (1748-1825) – Pittore francese, autore della Morte di Marat, partecipò alla Rivoluzione Francese.
Jean-Honoré Fragonard (1732-1806) – Pittore rococò francese.
Hugo Pratt (1927-1995) – Fumettista italiano, creatore di Corto Maltese.
Ingmar Bergman (1918-2007) – Regista teatrale e cinematografico svedese.
Gino Cervi (1901-1974) – Attore italiano, celebre per i ruoli di Peppone e Maigret.
Gary Cooper (1901-1961) – Attore americano, vincitore dell’Oscar per Mezzogiorno di fuoco.
Walt Disney (1901-1966) – Produttore e regista americano, creatore di Topolino e Paperino.
Clark Gable (1901-1960) – Attore americano, famoso per Via col vento.
Oliver Hardy (1892-1957) – Attore comico, parte del duo Stanlio e Ollio.
Ettore Petrolini (1886-1936) – Attore teatrale e macchiettista italiano.
Totò (Antonio De Curtis) (1898-1967) – Il più grande comico italiano del ‘900.
John Wayne (1907-1979) – Attore e regista americano, icona del western.
Filosofi e Pensatori
Michail Bakunin (1814-1876) – Teorico dell’anarchismo.
Cesare Beccaria (1738-1794) – Giurista, autore di Dei delitti e delle pene.
Giordano Bruno (1548-1600) – Filosofo, condannato al rogo per eresia.
Denis Diderot (1713-1784) – Scrittore e filosofo illuminista francese.
John Locke (1632-1704) – Filosofo inglese, padre dell’empirismo.
Montesquieu (1689-1755) – Filosofo francese, autore dello Spirito delle leggi.
Voltaire (1694-1778) – Filosofo illuminista francese, difensore della libertà di pensiero.
Scienziati ed inventori
Enrico Fermi (1901-1954) – Fisico italiano, premio Nobel, pioniere della fissione nucleare.
Alexander Fleming (1881-1955) – Microbiologo, scopritore della penicillina.
Edward Jenner (1749-1823) – Medico, ideatore del vaccino contro il vaiolo.
Antoine Lavoisier (1743-1794) – Chimico francese, padre della chimica moderna.
Antonio Meucci (1808-1889) – Inventore del telefono.
Patrioti e Rivoluzionari
Giuseppe Garibaldi (1807-1882) – Generale e patriota italiano, eroe del Risorgimento.
Goffredo Mameli (1827-1849) – Poeta e patriota, autore dell’inno nazionale italiano.
Simón Bolívar (1783-1830) – Liberatore del Sud America dal dominio spagnolo.
Mohandas Karamchand Gandhi (1869-1948) – Leader della non violenza e dell’indipendenza indiana.
Sovrani e Capi di Stato
George Washington (1732-1799) – Primo presidente degli Stati Uniti.
Benjamin Franklin (1706-1790) – Statista e scienziato, firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza americana.
Franklin Delano Roosevelt (1882-1945) – Presidente degli USA, artefice del New Deal.
Winston Churchill (1874-1965) – Primo Ministro britannico durante la Seconda Guerra Mondiale.
Theodore Roosevelt (1858-1919) – Presidente degli Stati Uniti, premio Nobel per la pace.
Napoleone III (1808-1873) – Imperatore dei francesi.
Ernesto Nathan (1845-1921) – Sindaco di Roma e Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
Giovanni Amendola (1882-1926) – Politico italiano, antifascista.
Scrittori e Poeti
Vittorio Alfieri (1749-1803) – Poeta e tragediografo italiano.
Giosuè Carducci (1835-1907) – Poeta italiano, premio Nobel per la letteratura.
Carlo Collodi (1826-1890) – Autore di Pinocchio.
Arthur Conan Doyle (1859-1930) – Creatore di Sherlock Holmes.
Ugo Foscolo (1778-1827) – Poeta e scrittore italiano.
Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) – Scrittore tedesco, autore del Faust.
Gabriele D’Annunzio (1863-1938) – Poeta e uomo politico italiano.
Mark Twain (1835-1910) – Scrittore americano, autore di Le avventure di Tom Sawyer.
Salvatore Quasimodo (1901-1968) – Poeta italiano, premio Nobel per la letteratura.
Questa lista rappresenta solo una selezione di figure illustri che hanno contribuito, attraverso la Massoneria, alla costruzione di un mondo più libero e giusto. Il loro esempio continua a ispirare generazioni di liberi pensatori.

Abbiamo lottato in prima linea per l’Italia Unita

Abbiamo lottato per la parità di diritti e voluto una Istituzione mista

Abbiamo combattuto in difesa della Repubblica

Abbiamo voluto la Massoneria politicamente libera

Abbiamo volato anche nei cieli più bui della storia

Abbiamo viaggiato, esplorato e alimentato l’immaginario

Abbiamo creduto nel potere della parola e dell’immagine

Abbiamo voluto un luogo di confronto per tutti i liberi pensatori di questo mondo