Gran Maestro dal 1910 al 1915, Saverio Fera è considerato il fondatore della Gran Loggia d’Italia. Patriota, pastore evangelico e uomo di grande rigore morale, diede vita a una Massoneria scozzese autonoma, riconosciuta a livello internazionale, guidando con coraggio i primi anni della Comunione.

Patriota, pastore evangelico, filantropo e massone di spicco.
Saverio Fera nacque a Petrizzi, in provincia di Catanzaro, il 6 gennaio 1850. Cresciuto in un ambiente familiare ispirato agli ideali di libertà e giustizia, giovanissimo si unì ai “Cacciatori delle Alpi” di Garibaldi durante la Terza Guerra d’Indipendenza. Dopo l’esperienza militare, colpito dalle condizioni di arretratezza culturale e sociale del Meridione, abbracciò il metodismo wesleyano e si fece pastore evangelico.
Attivo tra Napoli, Palermo e infine Firenze, dedicò la sua vita all’evangelizzazione, alla solidarietà e all’impegno civile. A Palermo si distinse per il suo coraggio durante l’epidemia di colera e per la sua intensa opera sociale e culturale, tanto da essere insignito della Croce di Cavaliere della Corona d’Italia. In quegli anni si avvicinò alla Massoneria, dove fu iniziato nel Rito Scozzese Antico ed Accettato, assumendo ruoli sempre più rilevanti.
Fu protagonista della ricostruzione della Massoneria scozzese italiana dopo la scissione del 1908. Già Luogotenente Sovrano Gran Commendatore, divenne guida del Supremo Consiglio d’Italia del Rito Scozzese Antico ed Accettato. Nel 1910 fondò la Serenissima Gran Loggia d’Italia, che in pochi anni contò oltre 85 Logge e circa 5.000 Fratelli, ottenendo anche riconoscimenti internazionali. Il suo impegno in ambito massonico fu sempre ispirato a un ideale spirituale e umanitario, più che politico.
Morì a Firenze il 29 dicembre 1915. La sua salma è sepolta nel cimitero degli Allori. L’epigrafe sulla sua tomba lo ricorda come “Patriota, pensatore, Sovrano Gran Commendatore della Massoneria Italiana“.