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Gran Loggia d'Italia degli ALAM

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Massoneria di Rito Scozzese Antico e Accettato

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Gran Loggia d'Italia · 1 Aprile 2001 - 15:36

Un’indispensabile precisazione

L’articolo dal titolo “1908-1973 : Uno scisma massonico ricomposto dopo sessantacinque anni nelle riflessioni dell’ultimo Gran Segretario di Piazza del Gesù” apparso su Hiram 1/2001 a firma di Giovanni Bartolini si rivela di dubbio rigore storico e continua a giocare sulla denominazione “Piazza del Gesù”.

Quali furono i fatti è esposto con molta precisione, documentazione e chiarezza da L. Pruneti, La Tradizione Massonica Scozzese in Italia (EDIMAI 1993 in particolare nei capitoli 8 e 9) e riportato con correttezza nella pagina storica del Sito Internet del Grande Oriente d’Italia ( nel capitolo Dalla Gran Maestranza di Salvini a quella di Battelli): Tito Ceccherini, autore di ogni genere di furto nei riguardi dell’allora Serenissima Gran Loggia d’Italia, incluso l’ archivio, per non parlare, di due milioni di vili metalli, non poté togliere a Giovanni Ghinazzi, come scrive Fabiani “ la certezza morale di essere nel giusto a norma di statuti e regolamenti” (I Massoni in Italia, Roma 1978 pp.66-68). Forse Giovanni Ghinazzi aveva ogni diritto di avere più che una certezza morale poiché con la scissione del 1908 il Supremo Consiglio Capeggiato da Saverio Fera era stato l’unico riconosciuto dal Supremo Consiglio del Belgio e poi dal Supremo Consiglio della Giurisdizione Sud degli Stati Uniti, nucleo originario del Rito Scozzese Antico ed Accettato – The Mother Council of the World. Ceccherini, eletto Gran Maestro nel 1956, ebbe un modo, diciamo per lo meno disinvolto, di dirigere l’Obbedienza che, è ben noto, vedeva e gestiva come sua proprietà personale anche riguardo alle finanze. Nel 1961 Ceccherini diede le dimissioni che cercò poi invano di ritrattare. Fondò allora una sua obbedienza detta Serenissima Gran Loggia. Francesco Bellantonio, succedette a Ceccherini e fu il suo gruppo con sede in Piazza del Gesù 47 ad operare la fusione con il Grande Oriente d’Italia e non la legittima discendenza di Saverio Fera rappresentata da Giovanni Ghinazzi.

Bellantonio, fu poi espulso con una gran parte del suo gruppo nel settembre del 1975 e rifondò un’altra Gran Loggia sempre di Piazza del Gesù.

Il Fr. Bartolini afferma che le altre comunioni non avevano riconoscimenti esteri: abbiamo già detto della Mother Council of the World, per gli altri riconoscimenti qualcosa ho scritto sopra e, senza entrare nei particolari, mi limito a rimandare ai Bollettini Massonici del 1909 e ricordare come nel 1910 l’Obbedienza di Saverio Fera aveva riconoscimenti da cinquantasei potenze massoniche (v. Aldo Mola (Storia della massoneria italiana Appendice IX ). Quando arriviamo al 1973 la Gran Loggia, oltre ai rapporti bilaterali con numerose Obbedienze di tutto il mondo, era stata tra i fondatori di CLIPSAS (Centre de Liaison et d’Information des Puissances Signataires de l’Appel de Strasbourg) con, tra gli altri Grande Oriente di Francia e Grande Oriente del Belgio e nel 1967 diventò membro di CATENA che riuniva tutte le Potenze massoniche che accettavano la donna nelle Officine con parità di diritti degli uomini.

Quanto all’uniformarsi agli Antichi Doveri, è l’unico punto in cui dobbiamo dare ragione all’autore dell’articolo poiché il gruppo Zuccarello, indipendente e con sede in Viale delle Milizie, aveva stabilito l’iniziabilità delle donne. L’entrata del gruppo Zuccarello (annuncio della riunificazione fu dato dallo stesso Giuseppe Zuccarello il 10 gennaio 1956) nella Gran Loggia propose all’Istituzione il problema dell’iniziazione femminile. Il caso volle che fosse proprio Tito Ceccherini ad attivarsi e così nel 1956 la fondazione della Loggia interamente femminile “Teresa Confalonieri” fu la premessa per la formazione di logge miste grazie anche a Giovanna Olmi, giornalista, amica e collaboratrice di Tito Ceccherini (M. Moramarco, Piazza del Gesù 1944-1968- Reggio Emilia 1992 pp. 33-34). Anche questa eredità, come quella dei riconoscimenti, fu abbandonata da Ceccherini che certamente preferì, come ho detto sopra i metalli profani e l’archivio che rimase nell’appartamento che gli era intestato, archivio al quale la Gran Loggia d’Italia non ha mai più avuto il minimo accesso per studio.

E’ degno di osservazione il fatto che fosse proprio il Bellantonio, successore del Ceccherini, a doversi cimentare con gli Antichi Doveri ed il bando delle donne dalle Logge. Giovanni Ghinazzi accoglieva la tradizione feriana ma anche questa innovazione ceccheriniana la quale, ironia della sorte, tanto si sarebbe sviluppata nella Gran Loggia d’Italia Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi.

Lo scisma del 1908, se così vogliamo proprio chiamarlo, non è mai stato ricomposto con la legittima Piazza del Gesù, oggi Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi. Il 1973 vide soltanto l’ingresso al Grande Oriente d’Italia di un gruppo che con le dimissioni di Ceccherini e la sua “bruciatura tra le Colonne” aveva perso ogni rapporto con la discendenza di Saverio Fera.

Roberta GALLI

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