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Gran Loggia d'Italia degli ALAM

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Massoneria di Rito Scozzese Antico e Accettato

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Gran Loggia d'Italia · 1 Aprile 2001 - 15:34

Archiviata l’inchiesta Cordova sulla Massoneria

Ci sono voluti otto anni ma alla fine la Massoneria ha vinto una significativa battaglia: il GIP di Roma, dott.a Augusta Iannini, ha posto fine, con un decreto di archiviazione ampiamente motivato, alla lunga vicenda innescata dal PM di Palmi, dott. Cordova.

Era il 1992 e nel quadro della solita caccia alle streghe, il suddetto dott. Cordova sferrava un micidiale attacco alla Massoneria disponendo perquisizioni e sequestri in tutta Italia a danno di Liberi Muratori; le indagini prendevano spunto da un canto dalla supposta contiguità tra Istituzione Massonica e organizzazioni malavitose dall’altro dall’altrettanto presunta segretezza delle Logge che in quanto associazioni segrete erano vietate dalla legge Spadolini n.17 del 1982. Venivano quindi mobilitate le Forze di Polizia e Carabinieri che operavano decine di perquisizioni in tutta Italia sequestrando una massa incredibile di documenti (800 faldoni e un numero imprecisato di scatoloni) alla ricerca delle indispensabili prove, prove che naturalmente non furono trovate visto che per far parte della Massonica Istituzione è necessario impegnarsi al rispetto delle leggi dello Stato e dare prova di alte qualità morali.

Nonostante l’insuccesso dell’iniziativa, le indagini proseguivano: veniva, così, creato uno speciale e costoso programma informatico – cd. Progetto Sigma – per sistematizzare in una apposita banca dati tutto il materiale raccolto, procedimento questo su cui lo stesso GIP di Roma avanza dubbi di legittimità trattandosi di arbitraria acquisizione di notizie e non di notizie di reato. Ma non bastava ancora. Si procedeva così a tutta una serie di azioni davvero infamanti per la nostra Istituzione: sistematiche richieste di informativa a tutte le Procure d’Italia, acquisizione di documentazione bancaria, sequestro di cassette di sicurezza, formazione di elenchi nominativi di pubblici dipendenti, intercettazioni telefoniche di cittadini che divenivano così bersaglio di una vera e propria persecuzione per il solo fatto di appartenere al nostro nobile ed antico Ordine a carattere iniziatico.

La Corte di Cassazione in seguito avrebbe censurato come illegittimo questo comportamento teso alla ricerca affannosa di prove piuttosto che alla conferma di elementi indiziari già acquisiti.

Dal canto suo, la Procura di Palmi, dopo aver constatato l’inutilità delle indagini dopo aver trattenuto il procedimento per due anni, invece di archiviarlo nel giugno del ’94 decideva di “ripudiarlo” trasmettendolo per competenza alla Procura di Roma. Il PM di Roma, vista la mole del procedimento, chiedeva ed otteneva una prima proroga dei termini dell’indagine ma naturalmente non veniva fuori alcun elemento di novità.

Di qui una serie di ulteriori iniziative da parte dei PM incaricati per allungare ancora i termini dell’indagine fino a quando non si giungeva all’ordinanza del GIP di Roma che dichiara espressamente che “Non sono emersi elementi significativi e concludenti in merito ai reati ipotizzati”.

Questa breve cronistoria per illustrare ai Fratelli le tappe di una vicenda penosa che dimostra meglio di qualsivoglia esempio, come l’Istituzione Massonica sia ancora oggi al centro di attacchi affatto pretestuosi per il semplice fatto di esistere. Cosa, infatti, se non un antico pregiudizio può aver spinto il Procuratore Cordova ad agire come ha agito danneggiando in maniera grave cittadini del tutto incolpevoli? Cosa può aver indotto il Procuratore Cordova ad agire con tanto accanimento se non la convinzione che il solo fatto di essere Massoni o di possedere scritti, documenti od oggetti riguardanti la Libera Muratoria configuri di per sé un’ipotesi di reato? E, così, da simili posizioni sono scaturite difficoltà enormi per molti fratelli che sono stati ingiustamente colpiti nella libertà di pensiero, nella libertà di associazione, nella privacy, nell’immagine… con quali problemi di carattere anche pratico è fin troppo facile immaginare.

Ci son voluti, come dicevamo, otto anni per liberarsi da questo marchio infamante che qualcuno voleva imprimere sulla nostra pelle…ma i guasti provocati durante questo periodo chi li risarcisce adesso che tutto è finito come era ovvio che finisse? E cosa garantisce che analoga vicenda non si ripeta dal momento che ad eccezione della Procura Generale di Napoli, per bocca del Dott. De Tullio, nessuna voce si è finora levata all’interno della magistratura per esprimere riserve sull’operato del Procuratore Cordova.

Di qui l’intenzione della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M., Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi, di ricorrere quanto prima alle più alte istanze di Giustizia europea, a tutela della Massoneria e dei fratelli colpiti , affinché venga finalmente stigmatizzata la condotta degli inquirenti così lesiva dei diritti fondamentali dei cittadini.

Ma, guardando al nostro interno, qualche altra riflessione si impone.

Quando noi diciamo che i nostri lavori di Loggia sono indirizzati alla ricerca della verità, noi dimostriamo la necessità della metodologia massonica quale mezzo operativo per rendere l’uomo sempre più radicato nello Stato etico e desideroso di abbracciare, nel senso più sublime del termine, la verità ricercata. E’ quel che noi facemmo, abbiamo fatto e faremo anche per contrastare ed opporsi a violenze esterne che nulla rispettano se non l’arroganza delle loro idee e atti.

La Massoneria ha la capacità , quale espressione di moralità e di valori supremi dell’umano sentire, di superare questa e ben altre battaglie. E sicuramente questo triste periodo ha avuto anche un altro effetto che i nostri detrattori certo non immaginano: verificare ancora una volta la nostra fede, la nostra capaictà di ragionare sugli eventi, la nostra capacità di rafforzare l’afflato iniziatico.

Prof. Franco Franchi
Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro
della Gran Loggia D’Italia
degli Antichi Liberi Accettati Muratori

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