
Giuseppe Balsamo, ebbe forse i primi approcci con la Massoneria a Malta, ma fu iniziato solo il 12 Aprile 1777, a Londra, nella Loggia n° 289 “L’Esperance”. Questa Officina, riunita alla Royal Taverne, apparteneva alla “Stretta Osservanza” e non godeva di grande prestigio, accogliendo persone di livello medio-basso.
Con Cagliostro ricevettero il crisma anche Serafina Feliciani, Giuseppe Ricciarelli, Pierre Boileau. Il Maestro Venerabile consegnò loro una giarrettiera con inciso il motto: “Unione, silenzio, virtù”.
Roberto Gervaso, in un’opera documentata, racconta una cerimonia di iniziazione dai toni teatrali, culminata con l’uso di una pistola finta e una detonazione scenica: più spettacolo che ritualità simbolica.
Vi è chi sostiene che Cagliostro fosse già esperto di un non precisato “Rito Simbolico” prima del 1777, ma mancano fonti certe. È però documentato che il 2 giugno 1777 ottenne il grado di Maestro.
Nel 1778, accolto a L’Aja dalla Loggia L’indissolubile, espose per la prima volta le idee del suo Rito Egiziano. Fondò quindi una Loggia d’adozione, con Serafina come “Prima Ispettrice”.
Nel 1779 fu iniziato all’Ordine Rosacrociano dell’Oro, entrò in contatto con la setta di Adam Weishaupt e fu discepolo del benedettino Dom Pernety, che lo introdusse all’uso di uno stato di trance guidato da un “angelo custode”.
Il Rito Egiziano si andava così definendo: un insieme eterogeneo di simbolismi magico-massonici, teurgie, evocazioni, influenze rosacrociane e cabalistiche.
Nel Febbraio 1779, a Mitau in Curlandia, si distinse per evocazioni, predizioni e rituali di “rigenerazione spirituale e fisica”.
Poi, a San Pietroburgo, cercò di fondare una Loggia internazionale sotto il patronato di Caterina II, ma venne smascherato e costretto a lasciare la Russia.
A Varsavia, operò con il Principe Adamo Poninski; poi giunse a Strasburgo nel 1780, dove le sue guarigioni miracolose lo fecero soprannominare “L’amico degli uomini”.
A Strasburgo perfezionò il Rito Egiziano: rituali con “colombe” e “pupilli”, idromanzia, visioni, elisir di giovinezza. Suggestione o poteri reali? Rimane il dubbio.
Nel 1783, dopo una tappa a Napoli, si recò a Lione per incontrare Jean-Baptiste Willermoz, fondatore dei Cavalieri Benefattori della Città Santa.
Willermoz, esperto e prudente, lo smascherò, soprattutto dopo il confronto sulle idee teologiche (per Cagliostro, Cristo era solo umano). La rottura fu netta.
Cagliostro allora fondò “La Sagesse Triomphante”, Officina Madre del Rito Egiziano, ispirata — secondo lui — da un’entità superiore.
Il Rito Egiziano, secondo le ricostruzioni, era un sincretismo esoterico: piramidi, invocazioni angeliche, necromanzia, cristianesimo primitivo, cabala.
Per essere crismati: digiuno di 40 giorni, purificazioni, ricezione dei sigilli angelici, culminanti nella formula:
“Ego sum qui sum”.
A Parigi, fondò la Loggia d’adozione “Isis”, diretta da Serafina sotto il titolo di “Regina di Saba”.
Il rituale culminava in scene cabalistiche: colombe, cerchi magici, invocazioni planetarie, oroscopi.
Secondo i detrattori, Cagliostro entrava in tempio a cavalcioni di una palla dorata, vestito in costume adamitico, proclamandosi “uscito dal seno di Abramo senza essere stato concepito”.
Nel 1785, rifiutò di partecipare al Convento dei Filaleti (Loggia des Amis Réunis), compromettendo ogni possibilità di legittimazione da parte della Massoneria ufficiale.
I grandi del pensiero spiritualista massonico — Saint-Martin, Willermoz, Savalette de Langes, Court de Gibelin — presero le distanze.
Nonostante l’isolamento, il Rito Egiziano proseguì. Ma lo scandalo della “Collana della Regina” interruppe tutto.
Cagliostro fu arrestato a Roma, perseguitato, seviziato. Nel carcere di San Leo, pronunciava ancora frasi massoniche, tracciava simboli sui muri.
Morì vittima dell’intolleranza, accanto ad altri martiri della Libera Muratoria: Tommaso Crudeli, Zaniboni, De Rolandis.


